lunedì 30 novembre 2009

30 candeline sul muro

Avevo appena compiuto 5 anni e di certo non ho memoria del clamore dei fans e della stampa per l'uscita del dodicesimo album studio dei Pink Floyd, ma ho ricordo impresso dei pomeriggi domenicali quando nel corso di Discoring passavano il video di Another Brick In The Wall Pt.2, le cui atmosfere dittatoriali e le animazioni di Gerald Scarfe mi hanno procurato non pochi incubi. Non molti anni dopo ascoltai finalmente l'intero album The Wall e capii che avrei dovuto aspettare ancora qualche anno per capirne la sua geniale incomprensibilità. Un album concettuale che si completa con l'esibizione teatrale del live e il film uscito nell'82.
Molti lo considerano l'ultimo capolavoro della band, altri l'assoluto e migliore album e altri addirittura il primo rantolo della fine dei Pink Floyd. Beh! E' noto che i Pink Floyd dopo The Wall non hanno subito una lenta fase di decadenza ma bensì un capitombolo con il successivo The Final Cut; già con The Wall stesso si era già superato il giro di boa della loro geniale creatività trasformatasi e modulatasi dopo la dipartita di Barrett...
Ma The Wall è un mattone caposaldo della storia del Rock, io stesso non posso che adorarlo pur essendo più Moonniano/Pompeiano... personalmente sono più legato alla versione cinematografica, dove la storia autobiografica di Waters si intreccia con citazioni di vita vissuta del buon Syd e lascia il finale con libera interpretazione ad personam.
Ciò che rende quest'album uno dei capitoli della mia colonna sonora esistenziale è l'impostazione concettuale dei testi, il disagio esistenziale descritto, la semplicità individuale di chiusura in se stessi e come, a volte, si scopre che sfondando il muro si ha la sensazione che, forse, si stava decisamente meglio al di dentro!
Musicalmente è un opera da studio eccellente... ma, se fossimo nel '79, The Wall suonerebbe come "un pò datato", giusto per citare Syd Barrett. Non sto dicendo eresie, voglio solo dire che erano all'apice della nuova veste evolutiva, a mio parere suona più innovativo Animals e album come il Dark Side potrebbero benissimo essere stati incisi meno di 10 anni fa! La psichedelia viene sostituita con suoni più heavy (In The Flesh?), le armonie si lasciano sostituire dalle melodie lisce e melanconiche (The Thin Ice, Mother, Nobody Home), l'influenza musicale settantona fa il suo capolino in alcuni riff chitarristici (Another Brick in the Wall pt.2, Run Like Hell, Young Lust), non mancano i suoni puliti ed impostati per un ascolto di massa (Confortably Numb). Personalmente considero apice creativo dell'album il disarmonico cantato e sgolato di Don't Leave Me Now e l'operetta di The Trial. Nonostante tutto ciò resta un opera eccellente e un risultato degno di memoria storica... ma bisogna anche dire che i Pink Floyd, proprio grazie a The Wall, sfondano il muro dell'universo nazional-popolare triplicando gli scalini delle classifiche. Meno male che è successo all'apice.
The Wall non è il miglior album dei Pink Floyd, forse oltre ad essere una pietra miliare della loro discografia segna anche la pietra mortuaria della loro creatività: dopo quest'album finisce la storia di una band innovativa pronta a chiudere la propria avventura aggiungendo l'ultimo valido mattone nel muro della loro genialità... tutto il resto, compresa la reunion del Live Aid, è avvenuta al di là del muro!!!



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